Sono passati 43 anni dall’eccidio dei tre carabinieri: vice Brigadiere Giovanni Bellissima 24 anni, e degli Appuntati Salvatore Bologna 41 anni e Domenico Marrara 50 anni, uccisi barbaramente da un commando armato all’altezza del casello autostradale di San Gregorio di Catania che entrò in azione per liberare e uccidere, dopo qualche giorno, il boss Angelo Pavone, noto come “faccia d’angelo”, che doveva essere trasferito dal carcere di Catania a quello di Bologna.
Alla cerimonia erano presenti un picchetto d’onore dell’Arma dei carabinieri autorità civili e religiose, un picchetto della Polizia Locale, la rappresentanza dell’Associazione nazionale Carabinieri in congedo di San Gregorio di Catania, il vice sindaco, Seby Sgroi, gli assessori Salvo Cambria e Giovanni Zappalà, nonché alcuni consiglieri comunali. Presenti gli studenti degli Istituti Comprensivi di San Gregorio di Catania e di Valverde.
Un corona di alloro è stata deposta davanti al monolito lavico dello scultore Gisvelto Mele con un simbolismo forte: la feluca sovrasta un volto che non c’è, ma che è eternamente presente nello spirito di tutti.
Per il Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania era presente il comandante, colonnello Rino Coppola che ha evidenziato: «La mafia è ancora presente e sommersa anche ai nostri giorni».
«Mi rincuora la presenza delle scolaresche – ha commentato il figlio dell’appuntato Rosario Marrara – è con loro che dobbiamo costruire una nuova cultura contro la mafia».
A seguire in Chiesa Madre è stata concelebrata una Santa Messa dal parroco don Ezio Coco e dal cappellano militare Rosario Scibilia.
I nostri alunni della classe 5C di scuola primaria e della classe 3C di scuola secondaria di primo grado sono stati accompagnati alla celebrazione della Santa Messa dai loro docenti e dal dirigente scolastico dott. Andrea Saija.
La Referente Rapporti con il Territorio e la Stampa
Ins. Graziella Ferro
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