In occasione della “Giornata internazionale dei diritti della donna”, l’Assessorato alle Pari Opportunità di San Gregorio di Catania ha proposto a noi alunni dell’Istituto Comprensivo Statale “Michele Purrello” in due giornate commemorative (25 novembre “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne” e 8 marzo “Giornata commemorativa della donna”) lo spettacolo di teatro contemporaneo educativo “Dicotomie”, scritto e interpretato da Roberta Amato e Alice Sgroi. Le due attrici raccontano le storie di alcune donne che hanno rivoluzionato il modo di pensare di una società che fino a quel momento le aveva escluse. Durante lo spettacolo è stato precisato in più occasioni che la giornata della donna non è una festa ma l’occasione per riflettere sulla condizione delle donne.
Al centro di questa rappresentazione ci sono tre donne: Rita Atria, Rosa Parks, Liliana Segre.
Rita Atria era una ragazza di Partanna che apparteneva a una famiglia mafiosa e che ha deciso di collaborare con la polizia antimafia e per questo venne definita come pentita, definizione che non le piaceva poiché lei non era mai stata una mafiosa. Una settimana dopo l’assassinio del giudice Paolo Borsellino con il quale lei aveva collaborato e di cui si fidava, decise di porre fine alla sua giovane vita, gettandosi dal settimo piano di un edificio. Nello spettacolo Rita viene associata al vento, per sottolineare il fatto che, mentre suicidandosi il suo corpo cade verso il basso, lo spirito civile del suo comportamento si diffonderà e rimarrà come un esempio per tutti coloro che verranno dopo di lei.
Prima di lei Rosa Parks era diventata il simbolo del movimento che lotta ancora oggi per l’approvazione dei diritti per le donne. Lei, donna nera, divenne famosa per aver occupato un posto destinato ai bianchi su un autobus. Per questo fu arrestata, ma il suo gesto scatenò le proteste degli afroamericani suoi concittadini e diede l’avvio alla nascita di un movimento di contestazione per il riconoscimento dei diritti delle donne di colore. Nello spettacolo Rosa invece vuole essere un fiore perché più questi sono variopinti, più diventano affascinanti e vorrebbe che anche tra gli umani le donne fossero pensate come meravigliose, seppur diverse e non per questo discriminate.
Liliana Segre invece è una senatrice italiana, nonché donna sopravvissuta alla tragica esperienza di Auschwitz. Nell’opera teatrale viene raccontata la marcia della morte e noi, ragazzi del ventunesimo secolo, possiamo soltanto immaginare la sua disperazione quando ci dice di essere stata costretta a cercare cibo in un letamaio.
Nello spettacolo Liliana ci riferisce che, quando era nel campo di sterminio di Aushwitz, aveva come compagna una farfalla gialla e lei la osservava mentre volava al di sopra del filo spinato e le si accendeva il desiderio di disegnare quella farfalla, ma, non avendo le matite colorate, non poté mai farlo.
Queste tre donne, assieme alle molte altre che sono state nominate alla fine dello spettacolo, hanno contribuito a cambiare la storia soltanto con un gesto. Hanno deciso di voler abbattere le barriere che le tenevano prigioniere.
Lo spettacolo non è servito soltanto a raccontarci le loro storie, ma a farci capire l’importanza di questo giorno. A farci capire che l’8 marzo non è “La festa delle donne” durante la quale fare gli auguri alla mamma, alla figlia, alla sorella o alla moglie, ma che è una data scelta per onorare il ricordo di tutte quelle donne che in passato hanno deciso di opporsi e lottare contro le discriminazioni e i pregiudizi.
Alla fine dello spettacolo noi ragazzi ci siamo trovati quasi costretti a riflettere su quanto avevamo visto e ascoltato e siamo giunti a delle conclusioni: ognuna delle donne interpretate ha rappresentato qualcosa con i suoi gesti e con ciò che ha vissuto. Rosa Parks ha incarnato il rispetto, Rita Atria la protesta, mentre Liliana Segre ancora oggi interpreta la spinta verso una riflessione che deve manifestarsi ogni giorno.
Gli alunni della classe 3D della scuola secondaria di primo grado
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